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In questa guida spieghiamo come sostituire la resistenza di uno scaldabagno elettrico.
L’efficacia di uno scaldabagno dipende dal sistema di riscaldamento dell’acqua. I modelli a gas, molto apprezzati perché riducono i costi in bolletta, si avvalgono di un impianto di riscaldamento dotato di un fornellino e di una piccola camera di raccolta, che in molti modelli è sostituita da una semplice tubatura in rame a forma di serpentina. In questo caso l’acqua viene riscaldata mentre passa nella serpentina e poi arriva ai rubinetti. Nello scaldabagno elettrico, invece, l’acqua viene raccolta in un serbatoio, più o meno capiente, e viene riscaldata direttamente al suo interno. La qualità di uno scaldabagno elettrico dipende da molti aspetti, come il grado di coibentazione del serbatoio, oppure la sua capienza, o ancora il suo sistema di gestione delle fasi di accensione, spegnimento e regolazione della temperatura. Ma se c’è una cosa che è fondamentale, in uno scaldabagno elettrico, è la resistenza. Quando l’acqua non si scalda più come dovrebbe, o non si scalda affatto, è perché la resistenza non funziona e va sostituita.
Come Funziona la Resistenza di uno Scaldabagno Elettrico
La resistenza di uno scaldabagno elettrico è quel pezzo di rame che sta dentro il serbatoio e che si surriscalda quando è acceso. Questo elemento in rame, quando è collegato alla corrente elettrica di casa, raggiunge temperature elevate, e trasmette il calore all’acqua, che si riscalda a sua volta. Quando l’acqua raggiunge la temperatura desiderata, impostata sul suo regolatore, il termostato stacca la corrente alla resistenza, e spegne lo scaldabagno. Quando il calore dell’acqua invece diminuisce, rispetto al valore indicato sul termostato, allora la resistenza si riattiva, e torna incandescente. Un sistema semplice ed efficace, almeno fino a quando la resistenza funziona, e funziona bene. Ma anche la resistenza di uno scaldabagno elettrico può avere i suoi problemi.
Possibili Problemi della Resistenza di uno Scaldabagno Elettrico
I problemi di una resistenza elettrica sono causati dall’usura e dal calcare. L’usura dipende dal tempo di attività, e va misurata in ore di funzionamento. Misurare l’usura di una resistenza senza uno strumento professionale adatto non è facile, ma, quando comincia a non scaldare più l’acqua, significa che non funziona più bene. A questo punto, dati anche i costi non particolarmente elevati, la soluzione migliore è quella di sostituirla.
Ma la resistenza può dare segni di cedimento anche a causa dei residui calcarei che si sono accumulati sulla sua superficie radiante. Il calcare si forma sulle pareti esterne della resistenza a causa dell’acqua particolarmente dura, e limita la diffusione del calore. Quando lo scaldabagno impiega troppo tempo per scaldare l’acqua, generalmente dipende dal calcare. In ciascuno dei due casi non ti resta che smontare la resistenza e sostituirla con una nuova.
Dove si Trova la Resistenza di uno Scaldabagno
La resistenza dello scaldabagno elettrico è collocata sotto il serbatoio, con la sua parte conduttrice immersa nell’acqua. Si trova inserita dentro una finestra rotonda e la sua base funziona anche da tappo. Generalmente è assicurata al serbatoio tramite una base filettata e, per evitare che l’acqua fuoriesca, è dotata anche di una guarnizione. Questa guarnizione è realizzata con un materiale resistente alle alte temperature, che la fa aderire in modo ermetico al bordo del serbatoio.
Il termostato della temperatura è collocato all’interno della resistenza, mentre all’esterno ci sono i due contatti che vanno collegati ai fili della corrente elettrica. Sapere con esattezza dove si trova la resistenza di uno scaldabagno elettrico, e capire come smontarla, è indispensabile per poterla sostituire.
Come Sostituire la Resistenza
La prima cosa da fare è quella di isolare lo scaldabagno elettrico dai servizi domestici di luce e acqua. Bisogna spegnerlo togliendo la spina, oppure staccando il suo differenziale. A questo punto devi aspettare qualche ora che l’acqua al suo interno si raffreddi, almeno quanto basta per poterci lavorare senza scottarsi. Poi bisogna togliergli l’acqua, chiudendo sulla barra di distribuzione il passatore che alimenta lo scaldabagno. In alternativa dovrai isolare tutto l’impianto, chiudendo direttamente il contatore. Appena è tutto a posto devi svuotare il serbatoio.
Se non hai particolare urgenza, puoi svuotare lo scaldabagno aprendo i rubinetti dell’acqua calda, e facendo entrare aria nel serbatoio direttamente dal circuito. Poi devi sbloccare la leva di sicurezza della valvola di non ritorno, e fare grondare l’acqua in una bacinella dal suo foro. Considera che qualora il serbatoio fosse abbastanza capiente, con questo sistema potrebbero volerci delle ore.
In alternativa puoi smontare direttamente il flessibile dell’acqua fredda e la valvola di sicurezza, velocizzando la fuoriuscita dell’acqua direttamente dal tubo di carico del serbatoio. In questo caso però, data l’abbondanza del flusso che si riverserebbe all’esterno, è meglio premunirsi con un secchio molto grande o, ancora meglio, con un tubo di gomma. Questo tubo deve avere un attacco dello stesso tipo del flessibile, in modo da avvitarlo dove esce l’acqua. Così potrai veicolarla verso uno scarico, evitando che finisca a terra.
Infine, per svuotarlo ancora più velocemente, puoi smontare anche il flessibile di uscita dell’acqua calda e lasciare entrare più aria. Quando finalmente il serbatoio è vuoto puoi procedere rimuovendo i contatti elettrici, e poi la resistenza.
In prossimità dell’attacco dei flessibili c’è il coperchio che protegge la resistenza e i contatti. In genere è tenuto fermo da una linguetta ad incastro e da una vite. Basta svitare la vite e il coperchio si toglierà con facilità. Appena rimosso il coperchio apparirà il termostato, insieme alla lampadina che ne segnala il funzionamento, e i due fili di alimentazione. Per prima cosa devi staccare i due fili dell’alimentazione, e poi sganciare il termostato, incastrato dentro la resistenza, tirandolo fuori delicatamente. A questo punto puoi smontare e rimuovere anche la resistenza.
Per rimuovere la resistenza bisogna smontarla con una chiave adatta, del tipo tubolare, che sia fornita di una leva discretamente lunga. Probabilmente dovrai agire con un forza, perché le incrostazioni avranno riempito anche la filettatura.
Prima di smontarla però è meglio mettere per terra un secchio, in corrispondenza della resistenza, per raccogliere l’acqua che è rimasta sul fondo, insieme alle pietre di calcare che ci sono nel serbatoio.
Appena rimossa la resistenza devi pulire l’interno dello scaldabagno con un panno pulito, trascinando via dal fondo tutti i residui, e rimuovere delicatamente anche le incrostazioni sulla filettatura.
Alla fine potrai montare la resistenza nuova, sostituendo anche la guarnizione, e avendo cura di rivestire la filettatura usando un filo di canapa o del nastro di teflon.
Appena avrai rimontato la resistenz e il rispettivo termostato, non ti resta che ricollegare i contatti elettrici. Poi dovrai rimontare i flessibili, chiudere i rubinetti dell’acqua fredda e riaprire il passatore che alimenta il serbatoio.
Appena comincia ad uscire l’acqua dal circuito di quella calda bisogna chiudere anche questi, e riaccendere lo scaldabagno, reinserendo la spina o riattivando il differenziale. A questo punto non ti rimane che regolare il termostato, richiudere il coperchio, e aspettare che l’acqua si scaldi.
L’ultima operazione, che rimane da fare, è controllare che lo scaldabagno si spenga quando il termometro raggiunge la giusta temperatura.
Se continua a rimanere acceso, e te ne accorgi dalla spia luminosa, allora si è rotto anche il termostato. Ti basterà toglierlo dal suo alloggio, dentro la resistenza, e montarne uno nuovo.